I tumori che interessano la colonna vertebrale si distinguono in tumori primitivi e tumori secondari o metastatici.
I tumori primitivi hanno origine da strutture che costituiscono il tessuto scheletrico (cellule ossee, cartilaginee, cellule del midollo, ecc.) mentre i tumori secondari hanno origine da altri organi (prostata, mammella, polmone, ecc.) e raggiungono la colonna vertebrale per diffusione attraverso i vasi ematici e/o linfatici o per estensione diretta; per questo motivo i tumori secondari sono per definizione sempre maligni (metastasi).
I tumori primitivi si classificano in benigni e maligni (Tabella 1).
I tumori benigni non danno metastasi, non recidivano localmente dopo asportazione completa, e non invadono i tessuti circostanti. I tumori maligni, invece, danno metastasi, possono recidivare localmente dopo asportazione e si accrescono tumultuosamente invadendo e infiltrando i tessuti circostanti.
I tumori benigni sono più frequenti in giovane età: il 60 % di questi interessa infatti soggetti tra i 10 e 30 anni; dopo i 30 anni, invece, il 70 % dei tumori della colonna vertebrale è di tipo maligno (Tabella 2).
Le metastasi alla colonna vertebrale sono molto più frequenti (fino a 40 volte) di tutti i tumori primitivi della colonna considerati nel loro insieme e interessano soprattutto il tratto lombare; i tumori che più frequentemente danno metastasi alla colonna sono il tumore della mammella e quello della prostata.
Dal 15 al 40% dei casi, la metastasi rappresenta il primo sintomo di un tumore fino ad allora non diagnosticato.
Tab. 1 – Classificazione dei tumori primitivi della colonna vertebrale
Tab. 2 – Tumori della colonna vertebrale. Frequenza in base all’età del paziente e alla localizzazione.
Che sintomi causano?
Il dolore spontaneo, di tipo peculiare in alcuni tumori, costituisce un sintomo pressoché costante e talora conseguente alla frattura patologica (quindi non traumatica) della/e vertebra/e interessata/e.
Inoltre, se il tumore comprime le strutture nervose contenute nel canale vertebrale (radici e midollo) può comparire una sintomatologia neurologica periferica (disfunzione sensitivo-motoria degli arti e/o degli sfinteri). La diagnosi di tumore alla colonna vertebrale deve emergere dall’insieme delle indagini anamnestiche, cliniche, strumentali e istologiche.
La diagnosi istologica è l’unica certezza diagnostica e si basa sul prelievo di piccole parti del tessuto sospetto (biopsia); la biopsia è indispensabile per distinguere le forme primitive dalle secondarie, differenziare i vari tipi di tumore e definire il grado di malignità.
Solo in casi eccezionali è sufficiente la diagnosi strumentale (radiologica) dato l’aspetto peculiare di alcune lesioni, (ad es. emangioma), soprattutto se accompagnate da un quadro clinico non evolutivo.
Nei casi di metastasi vertebrali, la scintigrafia ossea permette di diagnosticare le altre eventuali localizzazioni scheletriche.
Una volta effettuata la diagnosi istologica, è utile determinare l’estensione del tumore (stadiazione) che permette di stabilire il trattamento appropriato e la prognosi.
Come si curano?
Ogni tipo di tumore presenta specifici protocolli di trattamento e il programma terapeutico più adeguato (medico, chirurgico o combinato) deriva da un’accurata valutazione multidisciplinare (oncologica, chirurgica, ortopedica, etc…).
Trattamento chirurgico
In linea generale il trattamento chirurgico dei tumore primitivi mira alla cura del tumore (resezione radicale della massa tumorale) allo scopo di impedirne la recidiva e la disseminazione quando maligni (Fig. 1).
Per tale motivo, soprattutto nel caso di tumori primitivi maligni, si tratta di una chirurgia particolarmente demolitiva e che spesso comporta il sacrificio di strutture adiacenti (ex. muscoli, legamenti, radici nervose).
Il trattamento chirurgico dei tumori metastatici è invece finalizzato a risolvere o a prevenire “l’instabilità” patologica e le turbe neurologiche secondarie al tumore, poichè non vi è alcuna evidenza che l’asportazione di una metastasi possa giovare al trattamento della malattia tumorale.
Solo in casi eccezionali (metastasi isolata) esiste indicazione all’asportazione della lesione metastatica con criteri simili a quelli della chirurgia dei tumori vertebrali primitivi.
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