Scoliosi

La scoliosi è una deformità tridimensionale della colonna vertebrale caratterizzata da una deviazione laterale superiore a 10°, associata a una rotazione delle vertebre interessate. La rotazione vertebrale è il fattore che differenzia la scoliosi dagli atteggiamenti scoliotici (Fig.1).

La scoliosi può insorgere in età evolutiva (0-18 anni) o in età adulta (dopo i 18 anni).

Dell’adulto sono definite anche quelle scoliosi insorte in età evolutiva di pazienti di età superiore ai 18 anni.

La deformità può essere secondaria a una patologia di base (malattie neuromuscolari, osteocondrodisplasie, collagenopatie neurofibromatosi etc..), a una malformazione vertebrale (scoliosi congenita), alla degenerazione discale (scoliosi tipo I dell’adulto) o avere un’eziologia sconosciuta; quest’ultima è definita idiopatica.


Fig. 1 – Grave scoliosi dorsale. Si noti la deviazione laterale associata alla rotazione delle vertebre


Terminologia

La descrizione di alcuni termini e concetti può essere utile per una comprensione più chiara della scoliosi.

Numero di curve. La scoliosi può essere a una o più curve. Se si presentano più curve, si devono differenziare quella/e principal/i da quella/e di compenso.

Le curve principali sono quelle (iniziali) più rigide rispetto a quelle di compenso che sono la conseguenza della curva principale al fine di mantenere la colonna bilanciata. Più spesso è presente una curva principale e una di compenso (Fig.2).

Localizzazione della curva/e: la curva può essere cervicale, toracica, lombare o al passaggio tra i tre tratti (ex. toracolombare) – Fig.2.

Orientamento: Per descrivere questo aspetto si considera la convessità della curva. Si possono avere curve a destra (convesse a destra) o a sinistra (convesse a sinistra) – Fig.2.

Rotazione vertebrale: la scoliosi è una deformità che prevede la rotazione delle vertebre sul piano trasversale. L’entità della rotazione influenza la rigidità della curva ed è clinicamente responsabile della formazione del gibbo, ossia della salienza evidente sul lato convesso della curva. Il gibbo è causato dalle coste che ruotano consensualmente alla colonna stessa (Fig.3).

Vertebre limitanti e vertebra apicale: le vertebre limitanti sono quelle che definiscono l’inizio e la fine di una curva; sono le più inclinate e quelle meno ruotate. La vertebra apicale è invece quella al centro della curva; è la meno inclinata e la più ruotata (Fig.4).

Ampiezza della curva: è il principale parametro che definisce l’entità della scoliosi(da lieve a grave). L’ampiezza si misura in gradi sulla radiografia in toto della colonna e il metodo più utilizzato è quello di Cobb (Fig.4).

Deformità sul piano laterale (sagittale): l’osservazione accurata del profilo della colonna sul piano sagittale è d’importanza strategica per la corretta pianificazione del trattamento conservativo e chirurgico. Più spesso, le scoliosi idiopatiche dorsali sono caratterizzate da una riduzione della cifosi toracica (dorso piatto). L’associazione di un’accentuazione della cifosi vertebrale alla scoliosi viene chiamata cifoscoliosi.

Evolutività: il rischio di evolutività è il possibile peggioramento della scoliosi. Essa è influenzata da molti parametri ed è il fattore  principale da considerare con finalità terapeutiche e prognostiche. L’eventuale progressione (o riduzione dopo/durante il trattamento) di una scoliosi si quantifica misurando radiograficamente, la variazione dell’ampiezza della curva/e.


Fig. 2 – Radiografia di scoliosi dorsale. La curva principale è quella toracica (destra). La curva lombare (sinistra) è di compenso



Fig. 3 – Rotazione vertebrale
a. TC dorsale che evidenzia la rotazione vertebrale.
b. Gibbo dorsale dal lato della convessità della curva.



Fig. 4 – T6 e T12 sono le vertebre limitanti la curva. T9 è la vertebra apicale. Le linee rosse e gialle permettono di misurare l’ampiezza della curva secondo il metodo di Cobb


Come si manifesta?

La scoliosi si manifesta clinicamente con un’asimmetria del tronco caratterizzata da una salienza dorsale e/o lombare chiamata gibbo, ben apprezzabile con il test di Adams.

Risultano asimmetrici anche i triangoli della taglia in posizione eretta, cioè lo spazio delimitato dal fianco e l’interno del braccio lungo i lati del corpo. Può esserci un’obliquità delle spalle e del bacino (Fig.6).

Talvolta la scoliosi può comportare uno sbilanciamento del tronco sul piano coronale (frontale), sagittale o entrambi (biplanare); tale fenomeno è più tipico delle scoliosi dell’adulto (Fig.7).


Fig. 5 – Test di Adams



Fig. 6 – Asimmetria dei triangoli della taglia (evidenziati in rosso)



Fig. 7 – Sbilanciamento coronale destro del tronco


Che sintomi causa?

Nonostante la scoliosi in età evolutiva non causa dolore, il 27% circa degli adolescenti con scoliosi idiopatica riferisce qualche dolore (mal di schiena).

Il sintomo è certamente più frequente nelle forme secondarie a malattie neuromuscolari e nella scoliosi dell’adulto, specialmente a livello lombare. Se alla scoliosi si associano altre patologie (stenosi vertebrale, ernie discali, spondilolistesi) possono presentarsi sintomi ad esse correlati (ex. dolori irradiati, disturbi di sensibilità cutanea e funzione motoria degli arti).

Le gravi scoliosi possono dare sintomi di insufficienza respiratoria per sindrome restrittiva polmonare o disturbi secondari a disfunzione gastrointestinale.

 

Quali sono le indagini radiologiche indicate?

 

  • La radiografia della colonna vertebrale in toto in ortostasi (in piedi) in due proiezioni (2P) è l’esame di riferimento – Fig. 8
    In alcuni centri è disponibile un’apparecchiatura radiologica digitale di nuova concezione (chiamata “EOS”) che consente di studiare la colonna vertebrale (e gli arti inferiori) con una dose di esposizione da 6 a 8 volte minore rispetto alla radiografia tradizionale.
  • La RM è indicata nei casi in cui si debbano escludere malformazioni vertebrali o del midollo spinale o altre patologie eventualmente correlate (stenosi vertebrale, ernie discali, spondilolistesi) – Fig. 9
  • La TC ha indicazione per lo studio dettagliato dell’osso (ex.  malformazioni ossee nelle scoliosi congenite, studio preoperatorio) – Fig.10.

Fig. 8 – Rx rachide in toto 2P in ortostasi (EOS)



Fig. 9 – RM cervicale con evidenza di malformazione del midollo spinale (siringomielia)



Fig. 7 – TC per studio di malformazione ossea in scoliosi congenita


Quali sono i fattori che influenzano l’evolutività della scoliosi?

Il problema più importante correlato ad una scoliosi è la sua evolutività e le conseguenze che ne possono derivare.

I fattori principali che influenzano l’evolutività della scoliosi sono il potenziale di crescita del paziente, la tipologia della deformità e l’eziologia della scoliosi.

Il potenziale di crescita influenza in modo proporzionale l’evolutività; tanto più la colonna può crescere, tanto più una scoliosi può evolvere. I due momenti della vita a maggior crescita della colonna sono quello prescolare (2.2 cm/ anno fino a 5 anni) e quello puberale (1.8 cm/anno). Durante la pubertà, nella femmina il periodo più a rischio sono l’anno prima e i due anni dopo il menarca.

In merito alla tipologia della deformità, i fattori influenzanti sono l’ampiezza della curva/e, l’entità della rotazione vertebrale all’apice, la sede della curva (nella scoliosi idiopatica le toraciche evolvono maggiormente rispetto alle dorsolombari e le lombari). Il “dorso piatto” (lordosi toracica) è un fattore favorente la progressione.

L’eziologia della scoliosi ha un’influenza sulla progressione. Generalmente le scoliosi secondarie hanno una evolutività più “aggressiva” rispetto a quella idiopatica; alcune scoliosi neuromuscolari, in età evolutiva, possono peggiorare fino a 40°/anno.

 

Perchè curare la scoliosi?

E’ indicato curare la scoliosi per evitare che evolva e quindi prevenire/limitare le conseguenze cosmetiche, dolorose e funzionali che ne possono derivare.

Indubbiamente, le scoliosi che necessitano un atteggiamento terapeutico più “incisivo” e tempestivo sono quelle che ad insorgenza precoce, poiché durante l’età evolutiva hanno la possibilità di peggiorare molto ed essere responsabili di gravi compromissioni funzionali che possono influire sulla prognosi vitale del paziente. Per questa ragione è fondamentale la “scoperta” precoce di una scoliosi.

Le indicazioni e le tipologie di trattamento della scoliosi sono molteplici e sono discusse nel dettaglio nei capitoli dedicati ai vari tipi di scoliosi.


Fig. 8 – Rx rachide in toto 2P in ortostasi (EOS)



Fig. 9 – RM cervicale con evidenza di malformazione del midollo spinale (siringomielia)



Fig. 7 – TC per studio di malformazione ossea in scoliosi congenita


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